giovedì 22 aprile 2010

Giuseppe D'Ambrosio Angelillo BULLAZZE E MARMITTONI racconti metropolitani Piccola Casa Editrice ACQUAVIVA


"Ahi, che fatica mi costa
amarti come ti amo!"
Federico Garcìa Lorca
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38 racconti metropolitani
che narrano con forte e sana ironia la Milano che ama,
si dispera, sorride, è felice, impazzisce di sacre maledette
passioni amorose.

Giuseppe D'Ambrosio Angelillo SUPERPAZZI 69 racconti metropolitani 1 volume Piccola Casa Editrice ACQUAVIVA


"Su 4 tre hanno la laurea in superpazzia
il quarto è il docente."
G. D'Ambrosio Angelillo
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69 racconti metropolitani che narrano del vortice quotidiano
di paranoie, di schizzamenti, di fobie, di megangosce, di stramberie,
di colpi di genio perennemente falliti e ritentati...
La grande Milano sempre all'assalto del cielo stellato di un meglio
e di un peggio sempre nascosto là, dietro l'angolo...
Angeli, diavoli, fate, streghe... superuomini, sottocani...

Giuseppe D'Ambrosio Angelillo SUPERPAZZI 69 racconti metropolitani, 2 volume Piccola Casa Editrice ACQUAVIVA


"Più il nostro tempo se ne diventa maledetto
più gli uomini quasi per difendersi
se ne diventano dei micidiali superpazzi."
G. D'Ambrosio Angelillo
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69 racconti metropolitani che narrano di cani ubriachi,
rivoluzionari falliti, semidei azzoppati, luminari senza corrente,
scrittori di nessun libro, politici mocciosi, petrolieri appiedati,
contadini di periferia, balordi geniali, bottiglioni di vino,
fagioli in scatola, cittadini alieni, sacchi di immondizie,
pornodive cretine, lupi che azzannano, ecc. ecc. ecc.

giovedì 15 aprile 2010

IL SEGRETO DI UNO SCRITTORE: G. D'Ambrosio Angelillo

Romanziere, filosofo, poeta, saggiatore. Testa dura e intelligenza tosta. Scrive a valanga, nessuna tirata, poche recensioni. Un ragazzo tra delinquenti, un giovane maledetto, arrivismo zero, narratore fluviale, amante marinaio. L'Autore che si autoproduce da se stesso senza mai guadagnarci più di 4 soldi messi in croce. Un giovane patriarca. Un amico pazzo, e un'amica genio. Angelillo è un uomo del mistero. Racconta di altri, poco di se stesso, questo non tanti lo capiscono. Lui nasconde e depista. In questo discepolo verace di Dostoevskij e Nietzsche, dei quali pure si è occupato moltissimo.
"Un grafomane anche alquanto pericoloso", ha detto di lui un suo ex-amico di gioventù, ora famoso scrittore nazionale che vuole l'anonimato.
Di amici ne ha avuto tantissimi, tantissimi gli hanno voltato le spalle. Motivo? Non pervenuto. Lui non molla e se ne frega di tutti.
Un capitolo di libro al giorno, 31 romanzi, 257 racconti, biografie, saggi, raccolte di aforismi, poemi, dozzine di brogliacci senza titolo. Angelillo sta a cavallo del Terzo Millennio mangiandosi a colazione espressionismo, a pranzo spinozismo, a cena esistenzialismo. E' amico di Kafka, confidente di Joyce, intimo di Cèline.
Sono 10 anni che non legge più niente: "il suo cervello è saturo come una cantina di re di vino", dice un altro suo amico pseudofamoso, anche lui in para di anonimato.
"E' un anarchico protestante anche se non lo ammetterà mai", dice di lui un altro ex-amico.
"Ormai di Spinoza e di Machiavelli sa così tanto che finalmente ha capito che non serve contrapporsi al destino o lottare per una morale, la lotta e l'amore, anche questo una sottile forma di combattimento, sono contemplati con gli occhi di un gatto che semplicemente muove la coda solo perchè semplicemente gliela muove il vento. Sono tutti dei Raskolnikov in nuce, degli assassini senza costrutto e idealisti di portafoglio, dei superuomini rinnegati e amanti del castigo più che del delitto, così la pensa veramente quel supermatto", e così dice di lui una sua amica giornalista che addirittura lo odia. Motivo? Un bidone di 20 anni fa.
"Siamo tutti dei farabutti senza fondo, dei poeti senza ascensore, dei mediocri senza fama ma con tanta violenza e tanto risentimento in ogni piagnisteo e in ogni lamento che pratichiamo", dice lui stesso in un suo racconto inedito. Destinazione: lontananza e oblio
Narratore straordinario, scrive per strada, come un balordo qualsiasi. In corso di creazione diventa violento e intrattabile, per poi diventare buono e mansueto come un idiota alla Dostoevskij o come un Don Chisciotte.
Numero sterminato di pagine scritte in un mese, spicchio di tavolo per lavorare non più grande di un quaderno, stanza di lavoro un bunker fatto di libri e di quaderni. Capace di pesare il suo sorriso e spedirlo a uno sconosciuto qualsiasi.
Pazzia e depressione. Un fenomeno di scrittore che non conosce scrupoli o cambiali. Non chiede prestiti a nessuno. "Ho già moltissimo di mio, dice, e so cosa farmene".
E' amico di accoltellatori, ciclisti professionisti, poeti laureati, grassoni ciclopici, ubriaconi incalliti, professori universitari, nani, ballerine e pagliacci. E lui è tutti loro messi assieme che non fa domande a nessuno.
"Diverso dai diversi? Nemmeno per sogno. Sono troppo pigro, mi spaventa sentirmi superiore a chicchesia. Sono un umiliato tra milioni di umiliati, sono un offensore tra milioni di offensori".
Eppure scava più a fondo nel suo narrare e ti accorgi che Angelillo non ha paura nè del tutto nè del nulla, nè dell'abisso nè del cielo. Il suo semplicemente è un umanesimo totale.
"Sono un uomo e nulla di ciò che è umano lo ritengo estraneo da me stesso", è la sua massima di vita e di arte sempre vagante e viva e concreta.
Provinciale e metropolitano, contadino e marinaio, fanatico e umile, odiatore delle macchine e amante del buon vino. Amico di tutti e comunque sempre un orso solitario, un autentico lupo della steppa nella folla sterminata della Milano odierna.
"Un fuori di testa tutto sommato, ma con parecchio sale nella sua straripante follia", dice di lui un molto finto amico, ora impiegato di banca superiore.
"Un popolano che ha fatto l'Università, un parvenu che si atteggia a professore, vuole guidare una mongolfiera ma la sua patente di triciclo è ormai scaduta da tempo, un apprendista stregone che ritiene di conoscere il mondo, mentre le tasche gli sono perennemente sfondate".
"Vuole conoscere la verità, ma si circonda di mentitori. Di lui non saprete mai niente di preciso perchè le cose più grosse che ha fatto non le confida a nessuno."
"Lui scrive ma in realtà vuole sempre trombare, come tutti. Dei soldi se ne fotte è vero, ma vuole fare tutto e così non diventa mai niente".
"E' un grande ascoltatore, questo glielo ammetto, ma poi ti ruba l'anima e te la sbatte nella pagina scritta, per me è un autentico demonio. E così se ne può andare all'inferno, da dove certamente un giorno è venuto fuori".
"Per trombare tromba, ma pure scrive come un dannato. Per me con lui anche Freud avrebbe dei seri problemi per decifrarlo".
"Per me il suo segreto è Dostoevskij, con un maestro come Dostoevskij per amico è molto difficile fargli le scarpe, almeno come scrittore".
"Sa tutto dei Greci, della Rivoluzione Francese, di Napoleone, della Seconda Guerra Mondiale, per me quell'uomo è semplicemente un enigma".
"Ha fatto così tanti lavori che sulla carta d'identità alla voce professione dovrebbero scrivere: rompighiaccio atomico".
Così dicono di lui i suoi tanti finti e veri amici.
L'Autore che si autoproduce tutti i suoi libri con la sua Piccola Casa Editrice ACQUAVIVA, dal nome del suo paese contadino di origine: Acquaviva delle Fonti, in Puglia.
Lui se lo interroghi afferma di essere quello che si vede, di dire quello che pensa, e di fare quello che dice.
"La parola di un uomo per me ha ancora un senso e un valore, molto più di qualsiasi cosa scritta", parola di scrittore underground.
I giornalisti e i critici lo ignorano bellamente, lui incassa e dice che sono molto gentili con lui: almeno non ne parlano male.
TV e monolocali non parlano mai di lui pure, e lui sorride e dice: "qual è il problema? Io odio la TV ma amo moltissimo i libri, e so che anche loro mi vogliono un sacco di bene":
Come scrittore e come uomo di cosa mai aver paura allora?

THOMAS FERRARA,
"underground"
fanzina toscana

lunedì 5 aprile 2010

PENSIERI DI UNO SCRITTORE UNDERGROUND di G. D'Ambrosio Angelillo




UOMO


Non sono nato scarafaggio nè cane. Sono nato uomo. Io credo che mi sia andata molto bene.
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ESPERIMENTI
Tutti i libri sono degli esperimenti, più o meno riusciti. Ecco perchè io credo che bisogna scriverne parecchi prima di essere così fortunati da beccare il capolavoro. Il capolavoro non viene se ti eserciti con lo stile o con la sintassi. Il capolavoro viene solo se ti fai massacrare dalla verità del linguaggio che tu stesso hai messo su.
L'editing è invece una bastonatura di anime vive che sono le nostre stesse personalissime lingue delle nostre medesime esistenze.
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I CRITICI
I critici non dicono mai niente su di me. O non mi capiscono o non mi leggono. Per me è una condizione formidabile: il silenzio. Dostoevskij temeva sempre le recensioni. "Chissà quale malvagità avranno escogitato questa volta per me", diceva. Meglio la tranquillità che un versamento di bile.
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LA STRADA
Non ho mai messo piede in un salotto o in un cenacolo di intellettuali. Ho preferito sempre la strada per la mia personale ricerca letteraria, che poi è sempre coincisa con la ricerca della verità sull'uomo e sulla vita. Ho sempre preferito la compagnia di una puttana o di un balordo agli esegeti esperti in lana caprina dei caffè letterari.
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IL GRANDE ROMANZO
Quando hai scritto un grande romanzo anche se non ne parla nessuno sei l'uomo più felice del mondo.
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SCRIVERE
Scrivere è una vocazione. Ogni scrittore somiglia solo a un monaco zen. Il rumore della sua sola mente è una religione monoteista che fa di ogni soffitta un maestoso convento.
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L'ARTISTA
Un pò di mondo l'ho visto. E anche e soprattutto i grandi paesi civili. E devo dire che l'Italia mi è sempre mancata. Mi mancava soprattutto il caldo, la musica, il vino, il sole, il mare, la verità suprema dell'Arte nostra. L'Italiano è un superpazzo ma è libero, per questo l'Italia sarà sempre superiore a qualsiasi superpotenza dilettante. L'Artista è il vero professionista nella speciale arte di vivere. E questo l'Italiano, nella sua follia e nella sua fortuna, non lo riprende mai da nessun paese straniero.
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I POVERI
Soldi e lavoro. Tutti ne vogliono. Soprattutto i disperati. Ma gli uomini sono sempre gli stessi. Non ne vogliono mai sapere di spartire giusto come bravi fratelli. Ognuno vuole tutto, come uno stupido bambino.
Per questo io preferisco la povertà. Il povero gli basta quel che ha. E se lo fa pure avanzare. Per dare in ogni evenienza qualcosina agli altri.
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IL ROMANZO
Di solito anche un romanzo di 1000 pagine è tutto racchiuso in un'immagine. Non tutti si ricordano che la parola teoria significa visione. Idea significa pure qualcosa del genere. Il pensiero e così anche la narrazione è sempre in maniera originale un film che si sviluppa da un unico quadro primordiale.
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DOSTOEVSKIJ
Dostoevskij ha più di una ventina di tecniche diverse nell'arte di scrivere romanzi, e le applica contemporaneamente in un'unica opera. Uno scrittore forte e originale di solito ne possiede solo una. Immaginate ora la potenza narrativa di Dostoevskij. E di solito lui come uomo rimane pure zitto. E' come un direttore d'orchestra che suona contemporaneamente tutti gli strumenti dell'orchestra rimanendo come direttore muto. Un genio di genii.
Kafka, Joyce, Cèline hanno sviluppato, ognuno in maniera originale uno diverso, solo un aspetto dell'arte panumanistica di Dostoevskij. Per non parlare di tutti i grandi narratori russi del '900, tutti figli di Dostoevskij.
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LA GIOVENTU'
Uno scrittore rimane sempre nel suo intimo un eterno giovane. La gioventù non è assolutamente una questione d'anagrafe. E' una questione di cuore. Senza gioventù è quasi impossibile pure scrivere.
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BORGHESIA E RIVOLUZIONE
Il capitalismo è sempre quello di una volta. Solo che ora non sono più i bambini inglesi a lavorare in fabbrica 12 ore al giorno, ma i bambini indiani e i bambini cinesi e brasiliani. Solo che le borghesie nazionali sono ora un gruppo di nazioni (il cosiddetto Occidente) e il proletariato tutto il resto della baraonda dei poveri operai di tutto il mondo, sempre sfruttati dal medesimo gruppo di capitalisti con il sistema stupido e autolesionista del dislocamento delle fabbriche nei paesi della miseria mondiale, con l'assurda e disumana scusa del basso costo del lavoro. Se il lavoro non costa quasi nulla anche la vita umana non costerà quasi nulla. Libertà Fraternità, Uguaglianza, le vecchie parole d'ordine della grande Rivoluzione francese rimangono ancora oggi la prospettiva di salvezza dell'intera umanità.
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ARTE E VITA
Dostoevskij descrive con verità l'umanità, oltre se stesso. Io vorrei avere pure questa tempistica e questa premura. Talora ci riesco, talora no. Ma pure mi ritengo forte perchè ho assunto la lezione e la so come fosse la mia. Dostoevskij è un maestro che è diventato una presenza costante in ogni mio racconto. Anche se non si mostra. Ho raccontato una volta la sua opera e il suo pensiero e con somma mia sorpresa ho scoperto che lui il suo infinito romanzo assoluto l'aveva scritto con la sua stessa vita.
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SPINOZA
A 10 anni chiesi a Dio di farmi diventare il più forte giocatore di calcio del mondo. Divenni invece una schiappa che picchiava in sovrappiù gli avversari. A 17 anni scoprii chi era davvero Dio grazie a un libro di Spinoza. E allora non gli ho mai più chiesto nulla perchè avevo già tutto: la vita.
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ROMANZI DI FORMAZIONE
Un grande scrittore scrive sempre e soltanto romanzi di formazione. Perchè formati non siamo mai e sempre cerchiamo di diventare ciò che una volta sognammo di diventare in gioventù.
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SCRITTURA
Scrivo sempre a mano su un quaderno qualsiasi. Ho un legame fisico con la mia scrittura, con la mia grafia, le mie assurde zampe di galline che razzolano nell'aia del cuore umano alla ricerca continua di un frantume di calore sincero e disinteressato. Per questo non correggo quasi mai, ho troppo rispetto per la mia scrittura così come sgorga, come acqua di fontana di foresta selvaggia.
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JOSEPH K.
Uso sempre quasi il mio personaggio Joseph K. Joseph in omaggio a tutti i miei patriarchi antichi sognatori che sono tutti gli artisti che amo. K. è invece come una X, uno sconosciuto che si dibatte in una eterna ricerca di se stesso, quasi sempre incompiuta e impossibile. E poi per quel grande amico mio triste che è Franz Kafka.
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LA VITA
La vita, è questo l'argomento. Spinoza diceva che non ne esistevano altri, tranne che per gli stupidi.
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SIGARETTA
Per uno scrittore la sigaretta è come la penna. Una penna di tabacco che si mette in bocca, si accende e si aspira con il fumo di tutte le cose, mentre sulla carta, bruciando qualcosa dentro,
si scrivono parole di brace e di cenere grigia.
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I CRUSCAIOLI
Ci sono pure gli amanti delle cagate di mosche tra le righe di un'opera, e questi sono gli accademici, i cruscaioli, i puzzalnaso. Costoro di spirito capiscono come gli osti di questioni divine solo perchè trafficano con il vino. Costoro non amano nessuno, e si vede. Tra le cose che disprezzano maggiormente è il nuovo. Con loro si sarebbe sempre al livello della prima elementare. Bella calligrafia, nessuna macchia d'inchiostro, e piedi uniti sotto il banco.
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ROCK
Ascolto sempre musica rock quando scrivo. Mi faccio prendere dal ritmo e dal soul. Mi faccio plasmare dagli svisi di chitarre e dalle voci rotolanti come macigni su tutto quello che immagino. La mia scrittura è pure un rock suonato tra le nuvole di una strada dove si può solo correre.
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L'AMORE
Credo come Dante che l'Amore sia il motore dell'intero universo. Anche se l'attrazione ha come legge di compensazione l'allontanamento perentorio e fatale.
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UMILTA'
Sono uno scrittore umile. Perchè forse non posso fare altrimenti, dirà qualcuno di voi. Forse, ma la verità è che la superbia mi fa proprio scendere il latte dalle ginocchia. Io semplicemente mi accontento. Faccio il mio lavoro e mi basta. Ho sempre avuto una finestra di soffitta puntata sul cielo stellato. E' tutto quello che mi serve per scrivere. Oltre un tavolo sgangherato, una sedia malferma, un grosso quaderno bianco e una penna di inchiostro blu. Il salario di romanziere me lo passa immancabilmente un angelo che mi vuole bene fin da quando sono nato.
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Giuseppe D'Ambrosio Angelillo
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su GOOGLE LIBRI
romanzi e racconti a lettura libera
PASSAPAROLA, BELLO
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soldatorock.blogspot.com
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(schegge di intervista
per un famoso giornale nazionale
che poi gli è mancato il coraggio
di pubblicare
per imprevisti e insondabili ordini superiori
AH! AH! AH! AH! AH!....)
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p.s. ultimo pensiero:
il mestiere di scrittore fa troppo ridere.
ah! ah! ah!...
joseph k.