
sabato 28 settembre 2013
ONETTI

Da molti anni mi ero reso conto che bisogna fare un solo fascio di tutti, cattolici, freudiani, marxisti e nazionalisti. Voglio dire di chiunque abbia una fede, non importa in che cosa; di chiunque pensi, sappia o agisca ripetendo pensieri imparati o ereditati. Un uomo che abbia fede è più pericoloso di una bestia affamata. La fede li costringe all’azione, all’ingiustizia, al male; conviene ascoltarli dicendo di sí, misurare in un silenzio cauto e cortese la gravità della loro lebbra, dar loro sempre ragione. La fede, poi, può essere riposta e alimentata nelle cose più insulse e soggettive: nella donna amata al momento, in un cane, in una squadra di calcio, in un numero di roulette, nella vocazione di tutta una vita.
Il lebbroso si esalta nello scontro, trasuda odori fosforici davanti a un’opposizione anche piccolissima o solo sospettata, cerca di affermarsi — di affermare la fede — calpestando teste o le più tenere sacre intimità. Per concludere — penso a Pablo e alla sua età, — un uomo contaminato da un qualsiasi tipo di fede arriva rapidamente a confonderla con se stesso: e allora è la vanità quella che attacca e si difende. Con l’aiuto di Dio gente così è meglio non incontrarla sulla propria strada; con l’aiuto proprio, è meglio cambiar marciapiede.
JUAN CARLOS ONETTI
LA BELLEZZA
la poesia è una scarpa che ti va a pennello, bellezza,
la vita ti bacia sulla bocca
e ti feconda
come tutte le antiche volte.
è ancora caldo il mondo per merito tuo,
come un tempio di 100.000 dei.
il poeta ci aggiunge i sussurri del vento,
i profumi del letto,
i fiori spuntati vicino la finestra.
ma tu sei l'estasi del mondo.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
VIAGGIO A BERLINO NEL 2022

trasmetti quello che vivi, amico,
non c'è salvezza.
se vivi in poesia
è chiaro che comunichi che sei un debole,
un vinto.
il furore del poeta
infatti non lo capisce nessuno,
son tutti lì che si ripetono lo stupido mantra
del denaro,
il falso oro dell'Occidente.
la filosofia anche è ormai un fumo
che dà noia pure alle puttane.
la loro gioia è un nulla di carta
che si depositano perfino in banca.
son pazzi e non lo sanno,
si sgozzano l'anima e manco se ne accorgono.
la vita è vaga pure lei,
cosa credi che dica la poesia allora?
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
PERCHE' FACCIO POESIA

tu mi dici adesso:
"ecco perchè allora ti interessi di poesia!"
io non ti rispondo,
non ne so molto, per davvero,
tutto accade e la mia tristezza è qui accanto,
ecco per davvero tutto quel che so.
non è tanto, lo ammetto,
ma è sempre meglio di un transatlantico
pieno zeppo di menzogne.
l'amore mi ossessiona
e di seguito pure il suo romanzo.
mi scassano sempre a citofonarmi,
tanta gente insulsa
e quel che è peggio calunniatrice assai,
che faccio?
manco mi pagano
e allora vado via.
peggio di così è solo incontrarne qualche altro.
avere pochi denari non ti ammazza
se rimani nel tuo intimo per davvero un uomo libero.
e questa è un'altra piccola cosa
che so con certezza.
anche i saperi più grandi
sono fatti di tante piccole verità come questa.
la poesia poi mi interessa
semplicemente perchè è la mia stessa vita,
e allora è molto difficile
che io ne possa realmente fare a meno.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
IL PICCIONE DI CRETA

la gioventù corre sempre dietro i suoi errori,
e non si interessa di sapere se è la notte
o il giorno,
tanto è sempre lo stesso vino di stamberga.
se la casa non esiste
tanto vale inventarsene una nobiliare,
ed ecco allora che molti si mettono a rincorrere
il proprio piccione di creta
che sempre ama portare a spasso proprio lei.
è così che vengono fuori anche i grandi nomi.
una sbronza di 3 giorni
e tutto quello che vedi è estremamente bello.
è così che funziona la follia della gioventù.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
COME IN UN FILM DI FANTASCIENZA

IL MIO MIGLIOR ROMANZO
è un quaderno bianco,
tutto lì deve ancora accadere.
io son giovane, bello
mi affaccio come in un film di fantascienza,
potrò ancora fare le cose più impossibili.
l'ombra può essere un miracolo a volte,
stacchi un foglio bianco
e può pure essere la prima pagina di un giornale
dove scorre a ogni giorno
quel gran romanzo senza fine
che è la vita.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
SUNNY, IO MI GUARDO SEMPRE DENTRO, E TU?

GUARDATI SEMPRE DENTRO, SUNNY,
se vuoi rimanere giovane,
è la bestia del nulla che ti ruba gli anni.
ma l'amore ti fa bello, forte
anche se ti orienta sempre male.
ma d'altronde si dorme un pò tutti
con il cuore di traverso
e la poesia per cuscino.
il denaro ti da la sveglia
e cominci a correre pure tu
sotto la pioggia
a scovare quel bue porco del sesso.
anche perchè la rivoluzione
è rimasta pur sempre un grave reato di opinione,
ai padroni gli piace l'opera
perchè dopotutto la fanno sempre gli altri.
te sei nato povero
e ti tocca attraversare con Dante
tutta la divina commedia...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
TU E IO

son nato già esule di prima mattina,
prima che arrivasse mia madre
a darmi l'uovo sbattuto.
poi se ne sono dimenticati un pò tutti.
un eccesso d'amore
può davvero isolarti di brutto,
e farti fare la colazione per tanti anni
con il pollo più grosso del tuo cortile,
marzo, agosto e filannegna.
ti mangi le rape
nel manicomio di D'Annunzio
e vai a soffrire il freddo nel vicolo del Manzoni.
tu ami
ma il comune ti fa lo stesso la multa
per eccesso di velocità.
stai sempre in panchina lungo la strada,
non giochi mai in nazionale
e ti prendono tutti per il culo.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
filannegna= giorni feriali, nel dialetto di Acquaviva
SECOLI DI FILASTROCCHE

in fin della fiera i miei e i tuoi sogni
sono secoli di filastrocche
che portano sempre alla stessa casa,
quel dirupo di scogliera
senza colpe
e senza drammi.
mi è rimasta un mozzicone di candela
di tutte quelle feste andate,
un filo di cotone del tuo materasso
e un urlo di tua madre
quando mi malediva in ebraico antico.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
IL BAR DELLE ALLEGRE FARFALLE

ti ho postato un romanzo in casella
anche se tu dici che non ti è pervenuto,
ma mi rendo conto
che una condanna a vita alla lascivia
non è certo una roba di poco conto.
ti manderò una ferrovia di poesie
d'ora in avanti
e un treno pieno di chiodi
così tu possa sbarrare meglio la tua porta.
ma pure quel diavolo del postino
s'è licenziato
per passare anche lui tutta la giornata
a quel tuo bar delle allegre farfalle.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
L'ESTATE L'E' ANDATA, AMICO

giusto, m'hai mandato la cartolina
che l'estate è finita,
anche se io sono andato appena due giorni al mare.
ma l'associazione degli aritisti
m'ha mandato nella suburra
per fare un servizio sui banditi di strada
dove a pieno titolo appartengono pure i poeti.
i bastardi oggigiorno vanno anche in radio
a spaccare i libri con voluttà,
cosa vuoi che capiscano i cantanti della vita,
loro cantano con lo zucchero e le caramelle
anche una metropoli che brucia di nulla.
ho già aperto comunque
il freddo trattato dell'autunno.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
VISIONE A RAGGI X

capire come si arriva alla fama nel mondo
partendo da un certo senso su misura,
avendo ben salde radici ma ben poca terra.
l'anima riesce a vedere attraverso
e racconta
che attraverso tutti questi rumori di banda
sono tutti dei ladri:
la coscienza morale è un bel firmamento
che brilla però all'inferno.
bruciano tutti
ma solo il diavolo ce la fa.
sotto il cielo di Saturno si diviene sempre a vuoto.
la nostra ombra
non ce la fa ad attraversare
la materia.
così restiamo ad aspettare invano
accontentandoci alla grande
con la nostra misera nobiltà di spirito.
MA DAVVERO ABBIAMO QUALCOSA DA DIRE?
no, ma dobbiamo dirlo lo stesso.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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