giovedì 24 agosto 2017

ogni lavoro è una mano della vita,
ogni malizia 
è una vendetta della fronte stupida,
quella che non pensa alla porta del vicino,
un'ombra che vuole mangiare solo carne
non il carme che porta l'acqua
alla caraffa dei suoi fiori più belli,
io mi sposerei con i sorrisi della vita
piuttosto che con i giorni di Pasqua
ormai passati per sempre.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
un interrogativo gigante
che non mostra nessun frutto.
giorno di sole potente
alla riva di un mare di dubbi.
che ci posso fare?
c'è un podestà che mi guarda male
e che non capisce nulla.
come fare ad arrabbiarsi?
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
ci sono delle corriere
che sfrecciano come fogli pazzi
per le intenzioni di queste estati
da sventolare ai quattro venti
delle chiacchiere di gesso al paese.
sognare è un segreto
che non raccontiamo nemmeno ai chiodi
dei nostri spettri disoccupati.
le nostre vecchie risposte
che non dicono niente
ma con cui spieghiamo quasi tutto
con le assurde parole degli altri.
città piene di giudizi perentori.
ma che diciamo se usiamo parole di pietre
fatte da ombre ormai perse negli anni?
il problema è la foglia morta del presente
non la corriera del futuro
cui qualche ladrone ha rubato le ruote
ormai da quasi un decennio.
il sospiro che resiste
è solo l'amore 
e il suo antico senso dell'umano.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

“Quanto più uno vive solo, sul fiume o in aperta campagna, tanto più si rende conto che non c'è nulla di più bello e più grande del compiere gli obblighi della propria vita quotidiana, semplicemente e naturalmente. Dall'erba dei campi alle stelle del cielo, ogni cosa fa proprio questo; c'è tale pace profonda e tale immensa bellezza nella natura, proprio perché nulla cerca di trasgredire i suoi limiti.” 
Rabindranath Tagore