lunedì 14 agosto 2017
FERRAGOSTO QUAGGIU' IN CITTA'
quasi nessuno e nessuna trippa,
anche i gatti s'arrangiano come possono,
chi è qui a Milano ha da fare veramente
e non sciacqua marmitte tanto per passare il tempo,
un grosso lavoro, un guaio, un bene infinito.
passa il tempo
e ogni festa col da fare rimane sempre senza colpa,
con l'ora sempre piena e il piatto mezzo vuoto,
cade l'acqua e il vino se ne rimane frizzantino,
si aspetta il traditore, il caruso e il procugino.
ferragosto si vuole polposo, birbante e un poco losco.
va bene, ma noi siamo in città,
mio figlio ha perso i soldi
e indovinate un po' chi glieli darà.
intanto il mare se ne sta al mare
e la montagna in montagna,
nessuno che abbia la bella idea
di portare un bel ferragosto quaggiù in città,
le belle querce frondose e fresche
se l'è prese chissà quale lago laggiù in provincia
e l'ultimo sole sulla spiaggia
se l'è comprato un gelataio per fare affari
fino all'ultimo proprio oggi che è ferragosto.
il mio tram non passa più
perché con l'anima cupa s'è ubriacato di venti caldi
ogni operaio a lavorare quaggiù in città,
ognuno è sparito al bar a farsi un cicchetto ghiacciato,
e penso che nessuno più ormai si farà vedere.
io torno a casa e mi faccio 3 uova fritte
con un pezzo di cipolla, 2 pomodori e una foglia di basilico.
cesare non sarò e nemmeno augusto
ma superba è sempre Milano e chi ci abita o almeno vista,
se non fa festa il giorno di festa
se ne trionfa da solo seduto al tavolo a lavorare...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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