martedì 2 dicembre 2014
“Meglio che ogni fibra si spezzi
e il furore dilaghi
e il sangue vivo inzuppi
letto, tappeto, pavimento
e l’almanacco istoriato di serpenti
che ti conferma
a un milione di contee da qui,
che non sedere muta, con questi spasmi
sotto stelle pungenti,
con l’occhio fisso, con maledizioni
ad annerire il momento in cui
furono detti gli addii
e lasciati andare i treni
e io, grande idiota magnanima,
fui così strappata
al mio unico regno.”
(Sylvia Plath)
L’anima ha il suo rifugio nell’amore
come tempio di un’avarizia terrena
che gli dei non possono toccare,
ma l’anima è anche parola,
parola inconscia.
E’ sbagliato identificare
l’inconscio con il tempo dell’anima:
è un’altra stagione, è un altro nutrimento,
ci si ciba di cose estranee all’umana parola,
di cose che non hanno ragione di essere eppure sono,
di cose che sibilano come delle serpi e che
invece sono angeli di illuminazione.
(Alda Merini)
C’è un posto nel cuore
che non sarà mai riempito.
Uno spazio.
Lo conosceremo più che mai.
C’è un posto nel cuore
che non può essere riempito.
E noi aspetteremo,e aspetteremo
in quello spazio.
(Charles Bukowski)
La bocca mi fiorisce come taglio.
Maltrattata tutto l’anno in lunghe
notti fatte soltanto di gomiti callosi
e delicate scatole di Kleenex che dicono piangi,
piangi, stupida bambina!
Prima il mio corpo era inutile.
Ora si strappa ai quattro angoli.
Strappa via gli indumenti della vecchia Maria,
nodo dopo nodo
e guarda –
Ora è colpito in pieno da questi dardi elettrici.
Zac! Una resurrezione!
Una volta era una barca, piuttosto legnosa
e senza impegno, senza acqua salata
e bisognosa di qualche ritocco.
Non era altro che un mucchio di tavole.
Ma tu l’hai attrezzata, l’hai issata.
Tu l’hai scelta.
I miei nervi sono tirati.
Come strumenti musicali
li ascolto.
Là dove era silenzio
i tamburi e gli archi senza tregua
continuano a suonare.
Il merito è tuo.
Genialità pura all’opera.
Caro, il compositore è caduto
nel fuoco.
(Anne Sexton)
A volte non hai il tempo di accorgertene,
le cose capitano in pochi secondi.
Tutto cambia.
Sei vivo. Sei morto.
E il mondo va avanti.
Siamo sottili come carta.
Viviamo sul filo delle percentuali, temporaneamente.
E questo è il bello e il brutto,
il fattore tempo.
E non ci si può fare niente.
Puoi startene in cima a una montagna
a meditare per decenni e non cambierà una virgola.
Puoi cambiare te stesso e fartene una ragione,
ma forse anche questo è sbagliato.
Magari pensiamo troppo.
Sentire di più, pensare di meno.
(Charles Bukowski)
Pensiero, io non ho più parole.
Ma cosa sei tu in sostanza?
qualcosa che lacrima a volte,
e a volte dà luce. ..
Pensiero, dove hai le radici?
Nella mia anima folle
o nel mio grembo distrutto?
Sei cosi ardito vorace,
consumi ogni distanza;
dimmi che io mi ritorca
come ha già fatto Orfeo
guardando la sua Euridice,
e cosi possa perderti
nell’antro della follia.
(Alda Merini)
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