lunedì 17 giugno 2013

UNO DEI MILLE

mi son messo la luna in tasca un giorno
e son partito di sgembo
per non rimaner stretto in una valigia di paese.
la mia meta era una regina
che poi si rivelò una scatoletta arrugginita,
ma lasciai una piazza
per ritrovare una metropoli pazza d'amore
e di nulla.
fuochi, fiumi e tradimenti.
la lunga sfilza di un onestissimo romanzo
di uno dei mille,
che partito per conquistare l'Italia
si ritrovò licenziato
davanti a tutti gli ufficiali
delle lettere del re.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

LA NAVE PAZZA DI OGNI ROMANZIERE

giuseppe studia Dostoevskij, disegno di Lisa Paasuke
con una nave carica di personaggi
me ne navigo per la città
credendo ancora
in quella antica divinità a cavallo
che cavalcava per l'infinito durare
senza mai pensare
all'estrema brevità di tutti i romanzi.
dopotutto ogni uomo è pazzo abbastanza
per mettersi a viaggiare
a modo suo,
qualunque esso possa essere.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

IL SUCCESSO DEL LEOPARDO

giuseppe d'ambrosio angelillo prende una cioccolata al bar Mondadori di Milano
quel che vuole il leopardo
è molto esatto
mentre noi facciamo sfuggire l'anno
con la nausea del taciuto
tutta in gola,
per quei sorrisi ricacciati indietro
per troppo orgoglio.
forse non vogliamo mai ammettere
apertamente
che tentiamo soltanto,
riuscendo solo in parte nel nostro sogno.
mentre il leopardo corre per istinto
ben sapendo 
che tutti i terreni sono difficili
e non esiste il successo
se non nella vita stessa che continua.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

IL DIRETTORE D'ORCHESTRA

giuseppe d'ambrosio angelillo legge una sua poesia a un circolo culturale di Milano
fermati se puoi 
e pensa che anche la terra
è viva come te.
non credere che il tuo pensiero
ti faccia superiore,
la nozione di primavera non è tua,
appartiene a un organo superiore
dove sono contemplati anche i tuoi ricordi
il tuo futuro
il tuo bicchiere di vino mezzo pieno.
così ascolta la grande musica del cosmo
e renditi conto
che non puoi essere tu
il direttore d'orchestra.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

IL PASSAPORTO DELLO SCRITTORE

la certezza che ho nel darmi la mia esclusa volontà
mi scansa dal giudizio
e mi dà il passaporto universale
della continua ingenuità.
son come sono, 
tanto è tutto un gioco,
un perenne tergiversare a colori
mentre a proposito
continua il lento lavoro dello scrittore
che si sbriga per déi terzi,
coloro che in sostanza si occupano di tutti noi
mentre qualcosa sempre ci sfugge
sulla infinita tavolozza della vita.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

LA POESIA FA BENE ALLA PELLE

la poesia fa bene alla pelle
al pollo che è in noi
alla scienza del parlare agli altri,
quelli che ti abbaiano contro
senza sapere nemmeno chi sei.
perchè la poesia è una calamita di tutte le follie
che ti si ribaltano addosso
diventando la tua irrinunciabile nazione.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO