Il lavoro dell'amore è un parlatoio che non resta nè passa, per il basso ventre che vuole il suo triste guadagno e la sua estrosa abbondanza. L'arte è amara e merita forse il suo certo biasimo. Si dà tutto per avere indietro un triste inganno, che si succhia l'utopia e si spende il suo mancato cielo. E' troppo strepitare per così poco, la chiacchera ama e il cupido è cieco. Si va via e si abbandona pure l'isola della felicità. L'uomo è un pazzo che spara sempre in testa al suo più gran mistero, la notte è esosa e l'orco non paga mai i suoi grossi debiti. Si lotta e il cuore brucia sempre la stessa frittata.
Questo è il lavoro dell'amore e la sua folle parola che sempre vola nel mare in tempesta di qualsiasi cervello.
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
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venerdì 4 maggio 2012
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