
Gaddis è un diretto pronipote del generale Custer e amico intimo del fantasma di William Shakespeare. Egli passa lunghissime vacanze sulle assolate spiagge della riviera tarantina in sud Italia e ha sempre un bisogno disperato di vaglia postali cospicui dalla sua lontana America. Solo lui, cioè Gaddis, è aristocratico (nel solo senso greco della parola) e fanatico delle lettere, come un vero scrittore deve essere. E come tutti i veri poeti è un autentico attaccabrighe, astuto come mille volpi e un grandioso menzognero, di quella strana menzogna però che racconta sempre per arzigogolate vie la verità. Compra intere navi da crociera transatlantiche per farle viaggiare completamente vuote, senza manco lui a bordo, solo 3 topi, un gatto e un capitano terribilmente ubriaco. Ride come un pazzo a pensare a quella massa di pseudointellettuali che fanno grande New York, lui per conto suo si accontenta di una sigaretta Camel e di un caffè espresso italiano fatto però molto bene. Conosce alla perfezione il numero di scarpe di Oscar Wilde e la misura del cappello di Walt Whitman. Lui invece va sempre a piedi nudi e a capo scoperto, perchè davvero gli piace un sacco la terra nera e il sole potente.
In piena notte è capace di recarsi all'ospedale per farsi dare un'aspirina e concludere un racconto. La sua stanza di scrittore molto pericoloso è piena zeppa di tutte le armi possibili e immaginabili del grande Zio Sam dei romanzi, detto altrimenti Mark Twain. Noi, monelli di strada, gironzoliamo come al solito nel suo quartiere nella speranza di incontrarlo e di sbafargli alla chetichella un gelato alla cioccolata. Lui ha conti aperti in tutti i bar della città di New York e alla fine del mese salda tutto facendo vedere a tutti i pomposi baristi la gloriosa bandiera del 7° cavalleggeri. Poi saluta e va a dormire sulla sedia a sdraio della bella spiaggia di Metaponto, in Magna Grecia.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO




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