lunedì 7 settembre 2009

LITIGIO ALLA STAZIONE CENTRALE racconto di d'ambrosio angelillo

Me ne stavo con Marco Zizzania sotto i sotterranei della Stazione Centrale. C'era un posteggio di macchine sotterraneo e dopo aver mangiato in una trattoria toscana ce ne stavamo andando via.
C'era una cavaiola terribile. Tutti che volevano andar via in una botta senza seguire nessun senso e nessun ordine.
C'erano delle sedie che tenevano ordine.
Delle vecchie sedie di scuola elementare.
Poi alla fine riusciamo a andar via, sempre con molta fatica.
All'ingresso del posteggio c'era un gruppo di uomini.
E così, non so perchè, io e Marco Zizzania siamo scesi a discutere con loro. Forse per lamentarci del cattivo ordine che regnava nel posteggio sotterraneo di macchine della Stazione Centrale. Infatti là, dopo l'arrivo della Fiat, sembrava che non ci fossero più treni ma solo auto.
C'era tra quegli uomini il presidente della mensa della Stazione Centrale.
"Perchè non date da mangiare gratis ai poveri alla vostra mensa, i mezzi li avete e vi avanzano pure", dico io.
"Ma che dice? Non siamo mica un'opera di beneficenza! Non siamo mica la Caritas!", sibila quello.
"Lo so bene che non fate del bene a sbuffa. Ma anche come operazione pubblicitaria sarebbe una bella mossa. Vi fareste lustro con niente. Ma vedete quanti poveri orbitano attorno a questo pallone gonfiato che chiamate Stazione Centrale".
"Ma si faccia passare questo attacco di imprenditorite lei! Che non ne capisce granchè!"
"Infatti non sono un imprenditore, ma un uomo!"
"Ecco, ha parlato il santone".
"No, i santoni siete voi, così potenti, così semidivini. Ma che cazzo siete a fare così potenti e ricchi se non aiutate nessuno? Siete santi ma senza grazie. E allora siete santi potenti fasulli, e ve lo dico io, che una mezza laurea in teologia politica ce l'avrei pure".
Quello mi manda all'inferno, e io dico che detto da un santo fasullo è pure un bel programma. Comunque c'è da fare poca strada perchè qualsiasi metropoli se ne sta andando all'inferno da sola, in mano ai camerieri dei capitali che son così fasulli che non valgono niente pur reputandosi i padroni del vapore, dei sediolini e dei caffè di cicoria.
Allora arriva il litigio. Urla, bestemmie, levate di pugni nell'aria.
Marco Zizzania mette in moto il suo macinino e ci dice di andar via, perchè sta arrivando un autotreno di veline in transito verso un cartone animato.

giuseppe d'ambrosio angelillo, SUPERPAZZI, racconti metropolitani

www.dambrosioangelillo.it
www.libriacquaviva.org
soldatorock.blogspot.com

su GOOGLE LIBRI
14 LIBRI a lettura libera
di d'ambrosio angelillo
PASSA PAROLA

Nessun commento:

Posta un commento