sabato 28 settembre 2013

ONETTI



Da molti anni mi ero reso conto che bisogna fare un solo fascio di tutti, cattolici, freudiani, marxisti e nazionalisti. Voglio dire di chiunque abbia una fede, non importa in che cosa; di chiunque pensi, sappia o agisca ripetendo pensieri imparati o ereditati. Un uomo che abbia fede è più pericoloso di una bestia affamata. La fede li costringe all’azione, all’ingiustizia, al male; conviene ascoltarli dicendo di sí, misurare in un silenzio cauto e cortese la gravità della loro lebbra, dar loro sempre ragione. La fede, poi, può essere riposta e alimentata nelle cose più insulse e soggettive: nella donna amata al momento, in un cane, in una squadra di calcio, in un numero di roulette, nella vocazione di tutta una vita.
Il lebbroso si esalta nello scontro, trasuda odori fosforici davanti a un’opposizione anche piccolissima o solo sospettata, cerca di affermarsi — di affermare la fede — calpestando teste o le più tenere sacre intimità. Per concludere — penso a Pablo e alla sua età, — un uomo contaminato da un qualsiasi tipo di fede arriva rapidamente a confonderla con se stesso: e allora è la vanità quella che attacca e si difende. Con l’aiuto di Dio gente così è meglio non incontrarla sulla propria strada; con l’aiuto proprio, è meglio cambiar marciapiede.

JUAN CARLOS ONETTI

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