
ANTICHE CONTADINE NEPALESI
sui marciapiedi del sonno evanescenti flauti di venditori ambulanti
mi rapiscono dove le sponde del lago bagnano gli strani fiori dei ricordi
e le pesanti ceste di papaye gravano
sulle schiene delle antiche contadine nepalesi
sempre in cammino sulle vie come mandrie
assetate mi guardano con occhi scuri di caldo sudore e gridano
sotto le ali verdi di alberi secolari con voci sanguinanti
si spezzano i sogni di miele sotto il peso di un altro giorno
si spezzano le melodie sopra i sentieri fangosi delle risaie
le mucche ancora aprono i solchi di queste terre come
lente lacrime portano il il giogo fino al tramonto con
un sorriso fradicio di stanchezza i vecchi ancora fumano
un`altra sigaretta
ROBERTO LONGHI


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